Novità in arrivo per i cosiddetti “affitti brevi” dopo la recentissima sentenza emessa il 22 dicembre scorso dalla Corte di Giustizia Europea. Dal mese di gennaio, quindi fra meno di una settimana, entreranno infatti in vigore nuove regole, rispetto alle norme introdotte nel 2017, per proprietari e locatori che intendono usufruire, o già utilizzano, questa tipologia di contratto.

Affitti brevi: cosa sono

Innanzitutto, è necessario spiegare in modo preciso cosa sono gli affitti brevi e cosa prevedeva la legge prima della sentenza del 22 dicembre. L’articolo 4 del decreto legislativo n.50/2017 sostiene che “si intendono per locazioni brevi i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”.

Dal 1 giugno 2017 è stata introdotta la possibilità, per i locatori o gli intermediari immobiliari di poter utilizzare la cedolare secca, ovvero quello di assoggettare il reddito che deriva dall’affitto breve ad una ritenuta d’imposta del 21 per cento da versare all’Erario.
Inoltre, la legge dispone anche che gli intermediari hanno l’obbligo di trasmetterei dati relativi ai contratti […] entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello a cui si riferiscono i predetti dati. L’omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati relativi ai contratti di cui al comma 1 e 3 è punita con la sanzione di cui all’articolo 11, comma 1 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471. La sanzione è ridotta alla metà se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi alla scadenza, ovvero se, nel medesimo termine, è effettuata la trasmissione corretta dei dati.

Le novità introdotte: il caso Airbnb

A puntare i riflettori sulla necessità di un maggiore controllo e regolamentazione degli “affitti brevi” è stato il recente caso di Airbnb, il portale americano che consente di mettere in contatto chi cerca casa per brevi periodi con i locatori di tutto il mondo. La piattaforma aveva infatti fatto ricorso contro la legge del 2017 ed in particolare sull’obbligo di raccogliere e comunicare i dati relativi alle locazioni brevi. Lo scorso 22 dicembre, i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno respinto il ricorso. Se da un lato Airbnb e le piattaforme che offrono lo stesso tipo di servizio dovranno continuare a comunicare tali informazioni, dall’altro lato, ci sono però altre novità:

1. Non sarà più necessario nominare un rappresentante fiscale in quanto tale obbligo rappresentava “una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi”
2. Da gennaio, entro il 2024, sulle piattaforme sarà obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate anche i codici fiscali dei locatori, i redditi percepiti e i dati catastali degli immobili.

Lo Studio Legale dell’avv. Sonego è a disposizione per ogni esigenza di assistenza e consulenza in merito.